Violenza di genere e “ciclo della violenza”

Violenza di genere

“Quando la vittima e’ libera di fuggire non sarà “violentata” una seconda volta. Il trauma ripetuto si verifica solamente quando la vittima e’ un prigioniero. ”  J. L. Herman

(Ho avuto l’ opportunità di essere invitata a frequentare un corso per operatrice volontaria di centri anti violenza e vorrei condividere qui nel blog i vari argomenti che verranno trattati in questo interessante corso. In questo articolo è riassunto l’argomento della prima lezione)

VIOLENZA DI GENERE

Con il termine violenza di genere si indicano tutte quelle forme di violenza – da quella psicologica e fisica a quella sessuale, dagli atti persecutori del cosiddetto stalking, allo stupro, fino al femminicidio – rivolte alla donna in quanto tale, perché discriminata in base al sesso. Esistono moltissime forme di violenza di genere ed ognuna di esse ha profonde ripercussioni sulla vittima.

La violenza di genere può essere:

FISICA

La violenza fisica consiste in maltrattamenti fisici che vanno dallo spintonare, al costringere nei movimenti, al sovrastare fisicamente, allo sputare contro, al mordere, al rompere oggetti come forma di intimidazione, allo schiaffeggiare, fino al prendere a calci, a pugni o colpire con oggetti.

SESSUALE

La violenza sessuale , che ovviamente rientra anche nella violenza fisica, si esercita quando la donna viene obbligata con forza ad un rapporto sessuale non voluto, viene insultata, umiliata o brutalizzata durante il rapporto, è obbligata ad assistere e ripetere scene pornografiche, o viene prestata ad un amico per rapporti sessuali.

PSICOLOGICA

La violenza psicologica si verifica quando vengono attuati ripetuti e continui atteggiamenti atti a svalorizzare la persona, ripetendole per esempio che non vale niente, che è stupida o brutta, e criticandola continuamente; quando si tratta la persona come un oggetto o le si induce un senso di privazione; o ancora quando si intimorisce una persona minacciando di fare male a lei o ai sui affetti o di arrecare danni ai sui beni.

ECONOMICA

La violenza economica si presenta invece quando una donna viene privata dell’accesso diretto alle risorse economiche che le vengono fornite in quantità e tempistiche stabilite dal’uomo; la si priva di avere notizie relative alla situazione economica familiarenon le viene dato il mantenimentola si costringe a lasciare il lavoro.

ASSISTITA INTRAFAMILIARE

La violenza assistita intrafamiliare si verifica quando i minori sono costretti ad assistere ad atteggiamenti violenti, quali liti e maltrattamenti, da parte di uno dei familiari nei confronti di un altro. Può trattarsi di atteggiamenti violenti da parte di uno dei genitori nei confronti dell’altro genitore, o da parte dei genitori o altri familiari nei confronti di fratelli e sorelle, o anche di fratelli o sorelle nei confronti dei genitori. E’ considerata una forma di violenza assistita anche il far assistere un minore all’abbandono o al maltrattamento di animali domestici.

DOMESTICA

La violenza domestica è quella che si verifica all’interno del rapporto di coppia e nasce nell’ambito di quello che la donna considera un rapporto d’amore. Non ha un inizio preciso ma vi si scivola dentro lentamente. Spesso vi sono alcuni fattori che fanno scatenare la violenza, uno di questi è per esempio la gravidanza, non sono rari infatti i casi in cui l’uomo maltrattante inizia a manifestare l’atteggiamento violento quando la compagna aspetta un bambino.

Rientrano nella violenza di genere anche le seguenti forme:

STALKING

Lo stalking è una sorta di persecuzione e si verifica quando la donna è soggetta ad una vera e propria oppressione messa in atto attraverso telefonate continue, pedinamento, appostamento, scritte e messaggi, danni ad auto o ad altri suoi oggetti personali.

VIOLENZA SUL LAVORO

La violenza sul lavoro si ha quando la donna viene sottoposta a ricatti sessuali al momento dell’assunzione o per un avanzamento di carriera; se si verifica un ricatto occupazionale legato alla gravidanza; quando si subiscono violenze sessuali legate all’ambito lavorativo; rientrano in questo tipo di violenza anche gli episodi di mobbing (sistematica persecuzione esercitata sul posto di lavoro da colleghi o superiori nei confronti di un individuo, consistente per lo più in piccoli atti quotidiani di emarginazione sociale, violenza psicologica o sabotaggio professionale ma che può arrivare fino all’aggressione fisica).

IL CICLO DELLA VIOLENZA

La violenza nelle relazioni di coppia è un processo ciclico, si parla infatti di un vero e proprio “Ciclo della violenza”.

Questo ciclo si divide in 3 fasi:

  • 1 Costruzione della tensione

E’ la fase caratterizzata da crescita ed accumulo della tensione nella coppia, in questa fase prende forma la volontà dell’uomo di sminuire ed insultare la donna con lo scopo di  garantire a se stesso il controllo della relazione. Pian piano l’uomo inizia a manifestare nei confronti della donna delle piccole aggressioni psicologiche e magari lievi percosse ( pizzicotti, spinte, minacce). In questa fase la donna è confusa non capisce cosa sta succedendo , si incolpa e pensa di poter controllare la situazione.

  • 2 Incidente

In questa seconda fase si ha l’esplosione vera e propria della violenza. L’uomo perde il  controllo e si verifica l’episodio violento con aggressioni che possono essere non solo di tipo fisico ma anche sessuali e psicologiche.

  • 3 Riconciliazione o Luna di Miele

In questa fase l’uomo si rende conto di aver esagerato nella sua reazione (reazione di cui comunque  incolpa la donna ) e torna di nuovo amorevole nei confronti della compagna. La  donna confusa crede al cambiamento ed anche al fatto di essere stata la colpevole di tale comportamento     violento, e in questa fase spesso (se fatta) ritira la denuncia o se si è presentata  ad un centro anti violenza sparisce.

Queste tre fasi tendono a ripetersi ciclicamente e ad ogni ciclo la 3° fase è sempre più breve. In questa ciclicità la donna si indebolisce, diventando psicologicamente sempre più fragile e quindi sempre più “in potere” dell’uomo violento.

L’uscita da una relazione violenta diventa quindi ad ogni ciclo sempre più complicata.

Spesso si ci chiede come fanno le donne a non fuggire immediatamente da certe situazioni ed erroneamente si tende a giudicarle, ma occorre sempre tenere presente che la violenza è un trauma che genera profondi mutamenti nella mente di chi la subisce e che spesso subentrano strani meccanismi di auto difesa ( degli effetti psicologici della violenza parleremo nel prossimo articolo) che invece di facilitare l’uscita dal tunnel rendono il percorso di “liberazione” estremamente difficile e laborioso.

Per queste è molto importante  che la donna che viva questa condizione prenda il coraggio di avvicinarsi ad un centro anti violenza in cui potrà trovare personale qualificato disposto ad ascoltarla e ad aiutarla  rispettando i suoi tempi e le sue esigenze.

Esiste un modello di autovalutazione  del rischio di violenza ( ISA ) che può aiutare  la donna che sta vivendo o sta uscendo da un relazione difficile  a valutare se nella relazione vi sono effettivamente segnali di rischio di violenza o se si tratta di semplici litigi.  Il modulo può essere compilato on line in forma assolutamente anonima. Ecco il link: http://www.surveygizmo.co.uk/s3/2181173/ISA-online.

Articolo di ©Sabrina Musetti, riproduzione vietata senza citare la fonte. 

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