Ricciarda Malaspina, la perfida signora di Massa Carrara

In uno degli scorsi articoli vi ho raccontato un po’ la storia dei Malaspina, signori della Lunigiana e di Massa Carrara. Con questo articolo vi porto invece a conoscere una delle figure femminili più importanti e perfide della nobile famiglia: Ricciarda Malaspina, signora di Massa Carrara.

Ricciarda Malaspina ritratta in un affresco nel Castello di Massa
Affresco raffigurante Ricciarda Malaspina nel castello di Massa, fonte foto wikipedia

Ricciarda Malaspina, dalla nascita al primo matrimonio

Ricciarda, nata a Massa nel 1487, era la secondogenita di Antonio Alberico II Malaspina che, non avendo avuto figli maschi e non volendo lasciare i suoi possedimenti al fratello, si rivolse all’imperatore per poter nominare erede una delle sue figlie.

Dopo la precoce morte della primogenita, Ricciarda fu designata, con il consenso dell’imperatore, alla successione al padre nel governo del feudo. Nel frattempo il padre la diede in sposa, ottenendo dal papa Leone X la dispensa necessaria al matrimonio tra cognati, al conte Scipione Fieschi (vedovo della sorella primogenita).

Nel 1519 alla morte di Alberico, il feudo di Massa passò quindi sotto il governo di Ricciarda e Scipione Fieschi. L’anno successivo morì anche Scipione e così Leone X ed il cardinale Innocenzo Cybo combinarono le nozze tra Ricciarda e Lorenzo Cybo, fratello del cardinale nonché nipote del pontefice da parte di madre.

Il secondo matrimonio, la vita alla corte pontificia e gli scontri con il marito

Dopo le nozze celebrate a Massa, la coppia si trasferì a Roma, dove Lorenzo era al servizio allo zio pontefice. La fastosa vita alla corte pontificia piaceva molto a Ricciarda, ma un po’ meno le piaceva quel marito ambizioso con cui non era disposta a condividere il governo dei possedimenti paterni.

Il rapporto tra i due fu quindi piuttosto teso e conflittuale e sfociò in liti furibonde quando Ricciarda prese a tradirlo. Nonostante il rapporto difficile dal matrimonio nacquero in quel primo periodo di matrimonio due figli: Eleonora e Giulio.

Allo scoppio della guerra tra francesi e spagnoli in Italia, Ricciarda, incinta, chiese di poter tornare al sicuro nei suoi feudi, ma Papa Clemente VII non le concesse il permesso.

L’avventurosa fuga a Massa

Ricciarda allora, con i figli e poche persone fidate, scappò nottetempo su di una piccola barca con cui raggiunse, navigando il Tevere, Ostia e da lì Civitavecchia dove si imbarco per Pisa per poi raggiungere Massa. La temeraria scelta di Ricciarda si rivelò vincente poiché pochi giorni dopo la sua fuga l’esercito Borbone entrò a Roma mettendola a ferro e fuoco.

Passato il pericolo Ricciarda tornò a Roma, dove oltre la solita vita frivola prese a tramare per togliere al marito Lorenzo ogni possibilità di avanzare diritti sul marchesato di Massa. Raggiunse il suo scopo nel 1529 quando ottenne da Carlo V l’investitura dello stato di Massa Carrara per se e per i suoi figli maschi, ed in assenza di questi, alle figlie femmine.

Il marito Lorenzo non rimase però a guardare e si mosse per ottenere anche lui l’investitura e nel 1530 ottenne da Carlo V un diploma imperiale che lo nominava co-padrone del feudo e successore di Ricciarda. Ma la marchesa non si arrese e nel 1533 ottenne la facoltà di poter nominare il suo successore.

Nel frattempo, nel 1532, i due ebbero un terzo figlio, Alberico che, anche se riconosciuto da Lorenzo, molti ritengono fosse figlio del fratello cardinale Innocenzo, con cui Ricciarda aveva instaurato una relazione.

Il periodo a Firenze ed il ritorno a Roma

Poco dopo la nascita del terzo figlio Ricciarda seguì infatti il cardinale Innocenzo, a Firenze dove continuò a vivere una vita all’insegna del lusso ma anche di intrighi e scandali.

Lorenzo Cybo in quel periodo, probabilmente stanco e esasperato dalla condotta disdicevole della moglie, si ritirò nella villa di Agnano in provincia di Pisa.

Ricciarda tornò a Roma nel 1537, mentre Innocenzo perso l’appoggio dei signori di Firenze si ritirò a Carrara da dove governò il ducato in vece della marchesa.

In quel periodo Ricciarda mandò a Massa il figlio Giulio affinché sotto la guida dello zio fosse educato in maniera adeguata per poi mandarlo a corte.

Nel 1538 Lorenzo Cybo tentò di impadronirsi del marchesato con la forza riuscendo ad entrare nella rocca di Massa ma, convinto dal fratello cardinale che gli fece comprendere l’impossibilità di governare contro la volontà dell’imperatore, rinunciò a portare avanti il suo progetto.

Negli frattempo Ricciarda tentò ogni strada per escludere il marito dal co-possesso del feudo e nel 1541 riuscì ad ottenere un diploma imperiale che abrogava il diritto di co-domino concesso a Lorenzo nel 1530.

Ricciarda Malaspina, scontri con il figlio Giulio

Il figlio Giulio a corte si distinse per la sue capacità di combattente tanto che ricevette l’offerta di diventare capitano, ma rinunciò poiché tale incarico avrebbe comportato una spesa che la madre Ricciarda non avrebbe accettato. La donna infatti, in lotta con il marito per il mantenimento del figlio, spesso lo lasciava privo del necessario.

Fu dopo questo episodio che probabilmente Giulio iniziò a covare rancore nei confronti della madre e per questo tornato in Italia le chiese un maggior mantenimento minacciandola, nel caso in cui non avesse acconsentito, di rivendicare il governo dello stato di Massa.

Ricciarda infuriata lo minacciò di escluderlo dalla successione, così come le consentiva il diploma imperiale del 1533.

Giulio cerca di conquistare il ducato di Massa Carrara

Giulio, appoggiato dal padre, tentò allora, con l’appoggio di Galeotto Malaspina di Olivola e dei molti scontenti del governo della madre, nell’ Agosto del 1545 di conquistare il castello di Carrara, oggi incorporato nel palazzo Cybo Malaspina, dove si trovava in quel periodo la stessa Ricciarda.

Il tentativo fallì e Ricciarda emise un bando contro tutti coloro che avevano appoggiato il figlio e dichiarò che non lo avrebbe mai perdonato per tale affronto.

Giulio ed il padre Lorenzo avviarono allora una battaglia giuridica contro Ricciarda che non esitò a minacciare i testimoni e ad assoldarne di fasulli pur di vincere.

Giulio conquista Massa ma Ricciarda trama per riavere il suo feudo

Nel 1546 Giulio tentò di nuovo, con l’appoggio del signore di Firenze che gli fornì varie truppe, di impossessarsi con la forza dello stato di Massa. Questa volta, con l’aiuto del padre Lorenzo, che guidò i soldati, e dei Doria di Genova, riuscì a conquistare la città di Massa e l’intero ducato comprendente Carrara, la rocca di Avenza ed il castello di Moneta. Giulio iniziò a governare il marchesato da sovrano illuminato per favorirsi il popolo.

Ricciarda non si diede tuttavia per vinta. Intenzionata a non perdere il suo feudo, iniziò a tramare per guadagnarsi l’appoggio dei potenti e dello stesso imperatore Carlo V.

L‘imperatore ordinò a Giulio di rimettere lo stato ad una terza persona nell’attesa di chiarire il contenzioso con la madre. Giulio, che a quel punto perse l’appoggio del duca di Firenze, che non poteva mettersi contro l’imperatore, decise di difendere il suo stato anche da solo finché non l’avessero cacciato con la forza.

Il duca di Firenze a quel punto dovette ordinarne l’arresto e, perduta ogni speranza di mantenerne il governo, Giulio non poté far altro che rimettere il marchesato nelle mani del cardinale Innocenzo.

Sotto la spinta dello zio cardinale Giulio tornò a Roma per cercare un avvicinamento con la madre. Ricciarda si offrì di lasciare il feudo in cambio di 40000 scudi, riservandosi però la nomina dei castellani e degli altri ufficiali. Giulio acconsentì e si mise alla ricerca degli scudi sebbene non si fidasse della madre.

La vendetta di Ricciarda Malaspina

In effetti Ricciarda, tornata sovrana del feudo, si dedicò ad un aspra vendetta contro tutti coloro che avevano appoggiato il figlio. Fece infatti bandire e confiscò tutti i beni di coloro che durante il governo di Giulio avevano ricoperto delle cariche.

Molti fuggirono e tra loro Giovan Battista Venturini, che si rifugiò alla corte di Francia. Quì l’uomo riuscì a parlare con il re per esporgli la questione del Marchesato di Massa e concordare un piano per la sua riconquista.

Quando il duca di Firenze ed il principe Doria vennero a conoscenza di questi fatti iniziarono a sospettare di Giulio e Ricciarda non esitò un attimo ad alimentare tali sospetti.

Giulio, impegnato a trovare gli scudi da dare alla madre, chiese la cifra mancante ai Doria, come dote della moglie Peretta, ma i Doria, nutrendo dubbi su una sua possibile alleanza con i francesi, glielo rifiutarono.

Giulio provò allora a chiedere aiuto al duca di Milano senza successo e così, abbandonato da tutti, decise di allearsi con i nemici dei Doria e degli spagnoli: i cardinali Francesi, i Farnese di Parma ed i fuggitivi genovesi.

L’alleanza con i francesi e la morte di Giulio

I nuovi alleati gli proposero di capeggiare una congiura contro i Doria per consegnare Genova ai francesi. L’impresa era impossibile, ma Giulio accecato dalla smania di riconquistare Massa, accettò.

Ma del progetto vennero ben presto a conoscenza gli uomini dell’imperatore e la stessa Ricciarda non esitò a comunicarlo ai Gonzaga, al duca di Firenze ed al cardinale Innocenzo così da dimostrare che aveva ragione a non fidarsi del figlio.

Giulio fu così arrestato a Pontremoli mentre si dirigeva a Genova per portare a termine la sua folle missione. Fu portato a Milano e qui giustiziato tramite decapitazione nel cortile del Castello.

Dopo aver tramato in ogni modo contro il figlio, Ricciarda inviò all’imperatore una lettera per chiedere la grazia, ma l’imperatore la rifiutò.

Padrona incontrastata del feudo per pochi anni

Il marito Lorenzo Cybo morì l’anno successivo (1549) e così Ricciarda rimase padrona incontrastata del suo feudo fino alla sua morte avvenuta nel 1553.

Fu l’ultima Malaspina a governare Massa Carrara, ma impose al suo successore, il secondogenito Alberico Cybo, l’obbligo di conservare il doppio cognome Cybo-Malaspina. Sotto Alberico Cybo Malaspina il marchesato di Massa Carrara divenne in seguito Ducato.

I resti di Ricciarda Malaspina sono conservati, assieme a quelli del marito e del figlio Giulio, nel duomo di Massa.

Cosa ne pensate delle figura di Ricciarda Malaspina? Se vi va scrivetelo nei commenti!

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Articolo di ©Sabrina Musetti, riproduzione vietata. 

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