Luis Sepúlveda, vita ed opere dello scrittore combattente

Se n’è andato oggi all’età di 70 anni, sconfitto dal Corona Virus, il grande scrittore cileno Luis Sepúlveda . Lo voglio omaggiare sul mio blog con questo articolo in cui  racconto la sua vita e le sue opere. Buona lettura!

Luis Sepúlveda, una vita avventurosa e ribelle

Nato a Ovalle, in Cile, il 4 ottobre del 1949, Luis Sepúlveda ha però origini spagnole. Il nonno, Gerardo Sepúlveda Tapia (conosciuto anche con il soprannome  “Ricardo Blanco”), era un anarchico andaluso che fuggì in Sud america per evitare la condanna a morte.  Stesso destino di fuggitivo toccò al padre, dissidente politico, che  denunciato dal nonno materno di Luis fu costretto a fuggire con la moglie che aspettava un bambino.

Luis nacque durante questa fuga, in una camera d’albergo, e crebbe a Valpariso  con i nonni paterni e lo zio pepe, anche lui anarchico.  La sua nascita e le sue origini  segnarono quindi inesorabilmente il suo destino!

Fu proprio il nonno ad avvicinare Luis ai  romanzi di avventura, in particolare Salgari, Conrad, Verne e Melville. La sua vocazione letteraria si manifestò mentre frequentava l’ Instituo National, dove prese a scrivere in un primo momento racconti erotici che vendeva ai compagni di scuola, ed in seguito racconti e poesie per il giornalino scolastico.

A soli 15 anni si iscrisse alla Gioventù comunista ed a 17 iniziò a lavorare presso il quotidiano Clarìn ed in radio. A soli 20 anni vinse il Premio Casa de las Americas con il suo primo libro di racconti “Crónicas de Pedro Nadie”.  In quel concorso vinse anche una borsa di studio di cinque anni presso l’Università Lomonosov di Mosca.

Luis Sepúlveda andò a Mosca, ma dopo pochi mesi fu espulso per “atteggiamenti contrari alla morale proletaria”. Alcune fonti sostengono che la motivazione della sua espulsione furono i suoi contatti con dissidenti, altre fonti che fu invece per una relazione con una professoressa, moglie del direttore dell’Università.

Tornato in Cile non ebbe maggior fortuna, infatti decise di abbandonare la casa paterna per gli aspri contrasti con il padre e fu espulso dalla Gioventù Comunista. Si trasferì allora in Bolivia dove si arruolò nell‘esercito di Liberazione Nazionale.

Terminata l’avventura boliviana, tornò in Cile dove si diplomò come regista teatrale lavorando poi in radio e teatro ma continuando a scrivere racconti. In quegli anni  divenne anche responsabile di una cooperativa agricola, entrò nel Partito Socialista e nella guardia personale del presidente cileno Allende.

Nel 1973, durante il colpo di stato di Pinochet, venne arrestato e rinchiuso nella caserma di Tucapel – pare in una cella di mezzo metro di larghezza- dove fu interrogato e torturato per sette lunghi mesi.

Fu scarcerato nel 1976 grazie all’intervento di Amnesty International e gli furono concessi gli arresti domiciliari. Tornò quindi a Valpariso, dove tornò a dedicarsi al teatro mettendo in scena opere ispirate alle sue ideologie politiche, atteggiamento che lo portò ad essere arrestato per la seconda volta. Fu condannato all’ergastolo con le pesanti accuse di  “alto tradimento, spionaggio a favore dell’Urss, offesa ai valori della nazione, associazione illecita e detenzione d’armi’. Grazie alle pressioni di Amnesty International la pena fu commutata in otto anni di esilio.

Nel 1977 lasciò il Cile per trasferirsi in Svezia, il cui governo gli aveva concesso asilo politico, ed un lavoro come professore di spagnolo e drammaturgia all’Università di Uppsala.

Ma ancora una volta lo spirito ribelle ed anarchico che albergava nel suo animo, lo spinse a scappare durante lo scalo a Buenos Aires, raggiunse dapprima il Brasile, dove visse qualche tempo a San Paolo, poi in Paraguay, paese che dovette lasciare per incomprensioni con il governo. Infine si stabilì in Ecuador, a Quito, dove riprese a dedicarsi al teatro.

Nel periodo ecuadoregno Luis Sepúlveda   partecipò ad una spedizione UNESCO che lo portò a vivere sette mesi nella foresta amazzonica con gli indios. Da questa sua esperienza maturò la convinzione che i principi del marxismo-leninismo non erano adatti al Sud America dove vivevano principalmente popolazioni rurali dipendenti dalla natura che li circondava. Da questa esperienza trasse anche l’ispirazione per uno dei suoi romanzi di maggior successo, “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”.

Tra il ’78 ed il ’79 Luis Sepulveda si unì alla Brigata Simon Bolivar che stava combattendo in Nicaragua. Qui alla fine della rivoluzione prese a lavorare come giornalista per il quotidiano ‘Barricada’.

Ma anche in Nicaragua le cose non andarono per il meglio, Luis venne infatti iscritto in una lista nera dei ‘deviazionisti anarchico-trotzkisti’. Costretto a lasciare il paese, decise così di trasferirsi in Europa, inizialmente in Germania e poi in Francia, dove lavorò ancora come giornalista viaggiando molto tra europa, Africa e America Latina.

Nel 1982 entrò a far parte dell’organizzazione Greenpeace in cui lavorò fino al 1987 come membro dell’equipaggio ed in seguito come coordinatore.

Nel 1989 tornò a vivere in Cile, ma nel 1996 si stabilì definitivamente in Spagna a Gijón, dove è vissuto fino a Febbraio 2020 quando è stato ricoverato a Oviedo in seguito al contagio da Corona Virus.  Ad Oviedo Luis Sepúlveda è morto oggi, 16 Aprile 2020.

Luis Sepúlveda e l’amore

La vita sentimentale di Sepúlveda fu caratterizzata dal grande e travagliato amore per la moglie Carmen Yanez.

Si dice che da ragazzino il sogno di Luis Sepúlveda fosse fare il calciatore, ma poi si innamorò di una ragazza che amava la poesia e così per amore scoprì quella che divenne la sua passione, la scrittura.  Non si sa se quella ragazza fosse proprio Carmen,che poi divenne una poetessa.

Luis e Carmen si incontrarono nel 1968,  Carmen aveva solo 15 anni e Luis 19, si innamorarono così perdutamente che dopo soli tre anni si sposarono a Santiago del Cile.

Ebbero un figlio, ma poco dopo la sua nascita, l’instaurazione del regime di Pinochet diede avvio per loro ad un periodo di profonda incertezza caratterizzato da arresti, torture e clandestinità.

Quando Luis lasciò il Cile nel 1977, le loro strade e le loro vite si separarono. Carmen lasciò il paese nel 1981.

Entrambi si ritrovarono a vivere in Europa, lui in Germania e Francia e lei in Svezia. Divorziarono e Luis si risposò con una donna tedesca da cui divorziò dopo qualche anno.

Il destino fece incontrare di nuovo Luis e Carmen nella Foresta Nera nel 1996. Da quel momento non si sono più lasciati, si risposarono ed ebbero un secondo figlio.

Luis  Sepúlveda dedicò a Carmen la poesia “La più bella storia d’amore”, tratta dalla raccolta “Poesie senza patria”, edizioni Guanda (2003).

L’ultima nota del tuo addio
mi disse che non sapevo nulla
e che arrivavo
al tempo necessario
di imparare i perchè della materia.
Così, fra pietra e pietra
seppi che sommare è unire
e che sottrarre ci lascia
soli e vuoti.
Che i colori riflettono
l’ingenua volontà dell’occhio.
Che i solfeggi e i sol
raddoppiano la fame dell’orecchio
Che è la strada e la polvere
la ragione dei passi.

Che la via più breve
fra due punti
è il giro che li unisce
in un abbraccio sorpreso.

Che due più due
può essere un pezzo di Vivaldi.
Che i geni gentili
stanno nelle bottiglie di buon vino.

Una volta imparato tutto questo
tornai a disfare l’eco del tuo addio
e al suo posto palpitante scrissi
la Più Bella Storia d’Amore
ma, come dice l’adagio,
non si finisce mai
d’imparare e aver dubbi.

Così, ancora una volta
facilmente come nasce una rosa
o si morde la coda un a stella cadente,
seppi che la mia opera era scritta
perchè La Più Bella Storia d’Amore
è possibile solo
nella serena e inquietante
calligrafia dei tuoi occhi.

Le opere di Luis Sepúlveda

Luis Sepúlveda, scrittore

«Sono uno scrittore perché non so fare altro che raccontare storie. Ma sono anche un essere sociale, un individuo che rispetta sé stesso e intende occupare un piccolo posto nel labirinto della storia. Da questo punto di vista, sono il cronista di tutti coloro che giorno dopo giorno vengono ignorati, privati della storia ufficiale, che è sempre quella dei vincitori», questo diceva Luis Sepúlveda di se stesso.

Al suo lavoro di scrittore ha infatti costantemente affiancato l’impegno personale, sociale e politico  a favore dell’ecologia militante, dei popoli indigeni dell’america del Sud, contro il razzismo in Europa e contro gli effetti delle dittature militari in America Latina.

Sepúlveda raggiunse la fama internazionale con il romanzo ” Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, suo primo romanzo scritto nel 1989.

Nello stesso anno scrisse “Il mondo alla fine del mondo”.

Seguirono alcuni anni di silenzio, ma nel 1994 videro la luce ben due libri:

  • “Un nome da torero”
  • “La frontiera scomparsa”

Nel 1995 uscì “Patagonia express. Appunti dal sud del mondo”, un diario di viaggio in cui racconta avventure e personaggi del suo viaggio in Patagonia.

Del 1996 è invece  “Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare”, opera che lo consacrò come scrittore per lettori di ogni età e che divenne un film di animazione nel 1997.

L’ ultimo romanzo pubblicato in Italia è “La fine della storia”, del 2016, e l’ultima favola, nonchè ultimo lavoro pubblicato in vita, è “Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa”, del 2018.

Di seguito tutte le altre opere in ordine cronologico:

  • Diario di un killer sentimentale, 1996
  •  Incontro d’amore in un paese in guerra, 1997
  •  Jacaré – Hot Line, 2002
  •  Le rose di Atacama 2002
  •  Raccontare, resistere. Conversazioni con Bruno Arpaia, 2002
  •  Il generale e il giudice, 2003
  •  Una sporca storia, 2004
  •  I peggiori racconti dei fratelli Grim, 2004
  •  Il potere dei sogni, 2006
  • Cronache dal cono sud, 2007
  • La lampada di Aladino e altri racconti per vincere l’oblio, 2008
  • L’ombra di quel che eravamo, 2009
  • Ritratto di gruppo con assenza,2010
  • Ultime notizie dal Sud, 2011
  • Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico, 2012
  • Tutti i racconti, a cura di Bruno Arpaia, 2012
  • Ingredienti per una vita di formidabili passioni, 2013
  • Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza, 2013
  • Un’idea di felicità, 2014
  • L’avventurosa storia dell’uzbeko muto, 2015
  • Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà, 20125
  • Storie ribelli, 2017
  • Tutte le favole, 2017
  • Vivere per qualcosa, 2018

A breve un articolo dedicato alle Frasi più belle di Luis Sepúlveda.

Grazie per avermi letto e se questo articolo vi è piaciuto condividetelo!

Articolo di ©Sabrina Musetti, riproduzione vietata.

Fonte foto: wikimedia.org, licenze Creative Commons

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