Qualche giorno fa ho ritrovato alcune vecchie fotografie di un’escursione effettuata al borgo fantasma di Careggine nel lontano 1994. Facendo alcune ricerche ho scoperto quello è stato l’ultimo anno in cui il lago è stato svuotato e l’ultima volta che il paese ha visto la luce. Sono quindi foto rare, ed ho pensato che, sebbene “antiche” e non bellissime, valga la pena di condividerle, raccontando la storia di Fabbrica di Careggine ma anche degli altri borghi fantasma delle Apuane.
Borghi fantasma delle Apuane: tuffo in un mondo perduto
Visitare paesi fantasma non significa affatto essere appassionati di paranormale o del macabro, tutti questi paesi si trovano infatti in luoghi isolati in cui è possibile assaporare attimi di pace assoluta in piena armonia con la natura. Luoghi che, silenziosi ed immutati, raccontano la storia e la vita di un tempo perduto che non tornerà più.
In Italia si calcola che siano oltre 6000 i borghi fantasma. Ma perché interi paesi sono stati nel tempo completamente abbandonati? Le cause dell’abbandono sono state le più svariate: calamità naturali, epidemie, conflitti bellici e nel passato più recente cause economiche.
A questa triste sorte non si sono sottratti neppure molti piccoli borghi delle Alpi Apuane, scopriamoli insieme.
Borghi fantasma delle Apuane: Fabbriche di Careggine
Fabbriche di Carreggine , per la sua singolare storia, è il paese fantasma più famoso delle Alpi Apuane. L’antico borgo, fondato da alcuni fabbri ferrai di Brescia, negli anni ’40 fu espropriato per favorire la costruzione di una grande diga idroelettrica, attraverso lo sbarramento del fiume Edron, da parte della Selt Valdarno, oggi E.N.E.L. Il borgo venne così completamente sommerso dalle acque del bacino idroelettrico chiamato Lago di Vagli.
Al momento dell’esproprio Fabbriche di Careggine contava ben 32 abitazioni,un cimitero, la chiesa romanica DI San Teodoro del 1500 ed un ponte a tre arcate. I 142 abitanti del borgo furono trasferiti nei paesi limitrofi.
Il lago è stato saltuariamente svuotato fino al 1994 ed in quell’occasione ho appunto avuto l’opportunità di passeggiare tra i resti del paese. Se devo dire la verità, nonostante l’unicità dell’esperienza, la sensazione che ho provato è stata di tristezza nel pensare al dolore provato da chi è stato costretto ad abbandonare la propria casa e le proprie radici in nome del progresso.
Un nuovo svuotamento era previsto per il 2016 ma è poi stato rinviato a data da destinarsi.
Il lago di Vagli è raggiungibile:
- in auto tramite la SR445 della Garfagnana
- in treno tramite la linea Lucca -Aulla, stazione Poggio/Careggine/Vagli e poi con bus pubblici (linea VaiBus Q5). La linea collega Vagli di Sopra e Vagli di Sotto anche a Castelnuovo di Garfagnana.
Borghi fantasma delle Apuane: Isola Santa
Il piccolo borgo di Isola Santa, sempre nel comune di Careggine, ha avuto una storia simile al vicino Fabbrica di Careggine. Anche qui infatti la Selt Valdarno nel 1949 costruì una diga sul torrente Turrite Secca che sommerse una piccola parte del paese. Sebbene il resto del borgo rimase intatto, la costruzione della diga portò a serie problematiche di carattere geologico che minacciavano la stabilità del paese che fu quindi gradualmente abbandonato.
Oggi il borgo di Isola Santa, che circondato dall’acqua sembra come sospeso sul lago, è un paese dall’aspetto fiabesco che attira moltissimi visitatori. Risolti i problemi idrogeologici il borgo ha infatti subito una massiccia opera di ristrutturazione e molte delle antiche abitazioni sono state adibite a case vacanza.
Il borgo incantato di Isola Santa è raggiungibile:
- in auto tramite la SR445 della Garfagnana
- in treno tramite la linea Lucca -Aulla, stazione Castelnuovo di Garfagnana e da qui con bus pubblici (linea VaiBus Q5).
Borghi fantasma delle Apuane: Col di Favilla
Col di Favilla era un piccolissimo borgo nato come alpeggio del paese di Levigliani ma che attorno al 1880 iniziò ad essere abitato stabilmente. Gli abitanti si dedicavano alla pastorizia, all’agricoltura, all’estrazione del tannino dal castagno, all’impagliatura delle sedie ed alla lavorazione dei metalli nelle ferriere presenti nella zona.
Il paese subì notevoli danni nel corso della seconda guerra mondiale e fu così abbandonato diventando un borgo fantasma.
Nel corso degli anni però i discendenti degli antichi abitanti di Col di Favilla hanno provveduto al restauro della chiesa del paese ed ogni anno, il 26 Luglio, in occasione della festa di Sant’Anna, a cui la chiesa è dedicata, tornano a far rivivere il piccolo borgo.
Col di Favilla è raggiungibile solo a piedi percorrendo il sentiero Cai N° 9 da Isola Santa (durata circa 2 ore) ed il sentiero che parte da Foce di Mosceta, su cui convergono altri numerosi sentieri come quelli da Pruno, Fociomboli e Cardoso.
Borghi fantasma delle Apuane: Vispereglia e Col di Colo
Col di Colo e Vispereglia, sono due piccoli paesi fantasma che si trovano nel comune di Fabbriche di Vegemoli, proprio nel cuore delle Alpi Apuane.
Abbandonati ormai da oltre 50 anni e letteralmente ingoiati dalla fitta vegetazione, Vispereglia e Col di Colo offrono ai visitatori un’atmosfera davvero unica e suggestiva.
Vispereglia è raggiungibile dalla località Camperano attraverso un comodo sentiero in circa 1 ora di cammino. Da Vispereglia il sentiero prosegue per Col di loco, che si raggiunge in un’altra ora e mezza.
Borghi fantasma delle Apuane: Bergiola
Nel comune di Minucciano si può invece visitare il borgo fantasma di Bergiola che fu abbandonato in seguito al disastroso terremoto che colpì la Garfagnana nel 1920. Il paese fu infatti quasi completamente distrutto dal sisma e ciò indusse gli abitanti a spostarsi nei paesi limitrofi.
Attorno al borgo abbandonato di Bergiola è nata un’inquietante leggenda che narra che, in alcuni periodi dell’anno, si aggirerebbe per il borgo un gigantesco serpente nero chiamato Devasto.
Il borgo fantasma di Bergiola è raggiungibile tramite un sentiero di semplice percorrenza che si imbocca dalla Strada Provinciale 59 che collega Minucciano a Pieve San Lorenzo.
Articolo e foto (dove non diversamente specificato) di ©Sabrina Musetti, riproduzione vietata senza citare la fonte.
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Mi piacciono davvero molto i borghi fantasma, credo siano delle piccole gemme tutte italiane che raccontano le vite dei suoi abitanti. E’ bello sapere che alcuni siano tornati alla vita grazie al turismo, perché sarebbe davvero un peccato perdere pezzi di storia così importanti e belli.
Io li trovo luoghi magici 🙂
uh ma che meraviglia! Ho sempre nutrito fascino per questo genere di posti, grazie per l’articolo molto interessante!
Sono piccoli gioielli che vale la pena andare a scoprire!
Sono nato a Vispereglia. È il paradiso perduto. Era abitato da gente felice che viveva di piccole grandi cose..Dalle risorse della terre riuscivano a viverci con grande dignità e a risparmiare qualcosa.Lo spettacolo che offriva la natura è indescrivibile:dal sorgere al tramonto del sole si godevano panorami e suoni divini.La corsa al benessere che non c’è ha portato via tutto…….
Tra il 2003 e il 2004 feci una ricerca fotografica tra i casolari abbandonati nelle province di Alessandria, Pavia e Vercelli. Fu una bellissima esperienza: perdersi nella pianura, anche in inverno, alla scoperta di una civiltà contadina in parte perduta. Con le mie due Nikon scattavo diapositive e foto in bianco e nero, son passati poco più di 15 anni ma sembra preistoria! Comunque la cultura dell’abbandono mi ha sempre affascinato, mi piacerebbe un giorno percorrere le strade e i sentieri descritti in questo interessante articolo per scoprire i borghi fantasma delle Alpi Apuane… grazie! P.S: consiglio un libro, Le Belle Addormentate di Antonio Mocciola – Betelgeuse Editore
Ciao Giorgio, grazie per la tua testimonianza e per il suggerimento sul libro! Spero che un giorno tu possa venire a scoprire anche questi borghi!!