Ho letto oggi qua e là varie polemiche sul fatto che all’esame di maturità 2017 sia stata assegnata la traccia relativa all’analisi del testo sulla poesia di un autore pressoché sconosciuto ai più e non nel programma scolastico. Nonostante le varie perplessità e polemiche proprio questa traccia, benché l’autore non sia nel programma di studio, almeno nella scuola di mia figlia, è stata la più gettonata. La poesia in questione è “Versicoli quasi ecologici” dalla raccolta Res Amissa del 1972, poesia tra l’altro profondamente attuale.
A mio modesto avviso non presentava grosse difficoltà l’analisi di questo testo e penso che un maturando debba essere in grado di analizzare qualsiasi opera anche di autori a lui sconosciuti. Trovo inoltre giusto preparare questi giovani ad affrontare l’ “ignoto” come gli capiterà spesso nella vita da qui in avanti.
Ovviamente conoscendo solo molto vagamente il nome Giorgio Caproni, sono andata a conoscerlo meglio ed in questo post lo faccio conoscere anche a voi!
Giorgio Caproni: la vita
Giorgio Caproni, autore del novecento, nacque a Livorno il 7 gennaio 1912, da una famiglia modesta. Il padre era ragioniere in una ditta di importazione di caffè e grande appassionato di musica, la madre era una apprezzata sarta.
Caproni, che imparò a leggere da solo già all’età di quattro sulle pagine del Corriere dei Piccoli, frequentò le scuole elementari dapprima in un istituto di suore per poi passare in terza elementare alla scuola comunale.
Appassionato lettore fin da bambino, già all’età di sette anni, scoprendolo tra i libri del padre, si appassionò ad un’antologia dei cosiddetti Poeti delle origini (i Siciliani ed i Toscani), e sempre in questi anni scoprì la Divina Commedia che il padre comprava a dispense in edicola.
Fu proprio in quel periodo, ancora bambino, che Giorgio Caproni si cimentò con il suo primo tentativo di racconto, un racconto sul diavolo intitolato “Leggenda Montanina”.
Tuttavia la sua prima passione furono i treni e sognava di diventare da grande un macchinista, a ricordo di questa sua passione ha sempre conservato nel suo studio un trenino elettrico e come insegnante li usava spesso a scuola per insegnare ai suoi allievi attraverso il gioco.
Nel 1922, dopo la nascita della terza sorella e la perdita del lavoro da parte del padre, i Caproni si trasferiscono prima per un breve periodo a La Spezia e poi a Genova. Qui Caproni proseguì gli studi diplomandosi come maestro elementare. Sempre a Genova iniziò a studiare violino e composizione presso l’istituto Giuseppe Verdi dove si diplomò come violinista nel 1925.
Caproni in un suo scritto racconta che fu proprio studiando composizione che scrisse i suoi primi versi.
Già all’età di diciotto anni, sebbene tutti lo considerassero un promettente violinista, non sentendola come sua abbandonò questa strada cominciando a dedicarsi alla composizione di versi anche se senza grandi ambizioni.
In questo periodo diventò assiduo lettore della rivista letteraria” I circoli” a cui inviò alcune sue poesie che però vennero respinte. Questi secchi rifiuti portarono Caproni a rivedere la propria poesia ed a tornare ad ispirarsi ai primi poeti conosciuti, i poeti delle origini, I siciliani ed i Toscani, di cui apprezzava la lingua spigolosa e dura perché non ancora assoggettata ai ritmi cantabili.
Dopo aver svolto il servizio militare, nel 1939 si trasferì per un periodo a Pavia. Nel 1940 fu richiamato alle armi e prese parte alla Campagna di Francia, restando profondamente colpito da tale esperienza. Insegnò come maestro elementare per molti anni, continuando al contempo a comporre le sue poesie.
E’ morto a Roma nel 1990 ed è sepolto con la moglie a Loco di Rovegno, paese dove ebbe uno dei suoi primi incarichi di insegnante e dove appunto conobbe la moglie Rina.
Giorgio Caproni è stato anche un ottimo traduttore, soprattutto dal francese, e sue sono le traduzioni di libri importanti come “Il tempo ritrovato” di Marcel Proust, “I fiori del male” di Baudelaire, “Morte a credito” di Céline e moltissimi altri.
Giorgio Caproni: la poetica e le opere principali
La poesia di Giorgio Caproni è una poesia i cui temi principali sono il viaggio,soprattutto allegorico, la madre e le amate città di Genova e Livorno.
Nella sua produzione poetica Caproni protendeva verso l’uso di una metrica spezzata ed esclamativa, specchio dell’anima del poeta alle prese con una realtà così effimera da rendere impossibile fissarla con il linguaggio.
Tra le sue opere principali le raccolte di poesia: Come un’allegoria, Ballo a Fontanigorda,Finzioni, Res Amissa, Cronistoria, Stanze della funicolare, Il passaggio di Enea, Il seme del piangere, Congedo del viaggiatore cerimonioso & altre prose, Versicoli del Controcaproni, Il muro della terra, Erba francese, L’ultimo borgo, Il franco cacciatore.
Giorgio Caproni si è cimentato anche con opere narrative e tra queste da ricordare: Il labirinto, La valigia delle Indie e altre prose, Aria celeste e altri racconti e Racconti scritti per forza.
Articolo di ©Sabrina Musetti, riproduzione vietata
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